lunedì 13 maggio 2013

Pietre, lucertole, acciughe e altri satelliti.


Si sono svolti martedì scorso i campionati di "Tiro della pietra", in un'edizione straordinariamente spettacolare in cui i migliori lanciatori del mondo si sono confrontati in un susseguirsi di colpi di scena che hanno reso particolarmente gustosa la competizione. Come è noto, da diversi anni la gara si svolge sulla Luna, dove la totale assenza di attrito e la bassa gravità permettono agli atleti di magnificare la loro abilità. 
Luna piena
Immagine tratta dal sito
http://epochtimes.it 
Il primo fatto bizzarro è accaduto, in realtà, alla partenza del convoglio che, dalla basa di Assemini (CA) alla mezzanotte esatta di domenica è decollato verso il nostro satellite naturale con a bordo i due piloti, i lanciatori, il set arbitrale e una ristrettissima rappresentanza di giornalisti. Sulla navetta Melchiorre12, infatti, dedicata ai voli sportivi, pochi minuti dopo il decollo si è attivato il segnalatore di anomalia che indicava la presenza di un clandestino a bordo. Una accurata ricerca da parte dell'equipaggio ha permesso di ritrovare in un ripostiglio del magazzino una lucertola. La cosa, fortunatamente, non ha comportato nessun problema di tipo meccanico, anche se certamente darà luogo a un'inchiesta per individuare il responsabile della singolare intromissione.

Il piccolo rettile è stato da subito preso in simpatia dai compagni di viaggio che lo hanno adottato come mascotte, affidandolo alle premurose cure della sign.na Murtas, inviata della "Gazzetta Europea", la quale ha adattato per lui una delle mini-tute presenti nel veicolo, riservate a cagnolini, gattini o altri animaletti di compagnia, per permettergli così di sbarcare e soggiornare sulla luna durante la competizione. Per le seguenti canoniche 44 ore di viaggio tutto si è svolto in modo assolutamente regolare. Come nelle precedenti edizioni, il tempo trascorso a bordo del Melchiorre12 è stato utile per stabilire tra i passeggeri solidarietà e amicizia. Dopo un allunaggio dolce e indolore che ha procurato un meritato applauso ai due piloti sig.ri Bellu e Cabitza, l'equipaggio -lucertola compresa- si è trasferito nella base di accoglienza. Poiché alcuni dei nuovi arrivati calpestavano per la prima volta il suolo lunare, la grande emozione che tale esperienza suscita è stata condivisa dal gruppo con la consueta intensità. Ci sembra significativa, in tal senso, la frase sfuggita al consulente arbitrale, signor Sulis, che, appoggiando sul suolo polveroso i solidi scarponi in dotazione ha esclamato: "Pàridi il poetto" ("sembra il poetto", nell'idioma del Sulis). Un piccolo imprevisto ha creato un certo disappunto tra i terrestri, quando all'accensione dell'apparecchio televisivo della base, sullo schermo 60 pollici compariva il laconico messaggio "No input signal", essendo prevista per la serata la visione dell'incontro di calcio Cagliari-Parma. E' bastato però un deciso intervento del signor Zuddas, che con due manate ben assestate sul ricevitore ha "convinto" il televisore a fare il suo dovere. Dopo la visione appassionata della partita, ed una saporita cena, imbastita grazie alla generosa dispensa della base lunare, tutti i partecipanti alla missione si sono recati nelle stanzette appositamente predisposte per riposare alcune ore e prepararsi alla gara prevista per le ore 8 (tempo terrestre) del giorno seguente. Unico evento degno di nota, prima della gara, è stato l'intenso discorso col quale l'arbitro, signor Manias, ha augurato la buonanotte al resto della compagnia: "Siamo felici e orgogliosi"-diffondevano gli altoparlanti della base, nella serena immobilità selenita- "di confermare l'importanza di trovarci sull'unico satellite naturale del pianeta terra, per diffondere la nobilissima e ancestrale pratica del Tiro Della Pietra, sperando che un giorno non troppo lontano tutte le popolazioni che abitano l'universo, (e che posseggano l'adatta conformazione anatomica), si cimentino in questo entusiasmante sport". L'indomani mattina i quattro sfidanti si sono ritrovati puntualissimi nel luogo prescelto per la gara, accolti da un pubblico minimale ma non certo privo di entusiasmo. Le pratiche tute pressurizzate di ultima generazione (ne è passata di acqua sotto i ponti dagli ingombranti "scafandri" delle missioni Apollo...) indossate dagli atleti, hanno permesso loro un perfetto controllo dei movimenti nonostante le atipiche condizioni ambientali. Come indicato dal regolamento, ognuno dei partecipanti ha scelto sul luogo della gara tre sassi, ai quali è stato applicato un minuscolo microchip per permetterne la localizzazione, la velocità e la determinazione delle altre grandezze rilevanti nella valutazione arbitrale. Quindi si è proceduto al primo lancio, del quale, come è noto, viene misurata la gittata e la velocità, con partenza orizzontale. Già in questa fase iniziale si è assistito al grande spettacolo offerto dal campione in carica Zuddas che, forse per eccesso di vanità, ha scelto una pietra esageratamente voluminosa dalla massa di quasi un boccale. Nonostante ciò ha battuto di misura gli avversari sfiorando la velocità di 5 bisbocce e mezzo raggiungendo quindi (poichè la pietra era stata lanciata dall'altezza di 0,024 acciughe) la gittata di 7 capperi e un'acciuga. Solo il signor Cadeddu ha ottenuto un risultato confrontabile (ma con un "sassolino" d'un quinto di boccale) raggiungendo la comunque notevole velocità di una trisboccia e mezzo, che ha prodotto una gittata di tre capperi pieni. Nella seconda prova, in cui si misura l'altezza raggiunta dal proiettile, è stato invece il signor Cossu (il lancio verticale è da sempre la sua specialità) a stupire il pubblico e gli stessi avversari, lanciando un pietrino da neanche due birroncini all'esorbitante altezza di quasi 25 capperi e un'acciuga. Già tutto ciò sarebbe bastato a far entrare nella storia dello sport la formidabile gara, ma il fatto più clamoroso è accaduto nella fase finale. E' giusto però ricordare anche l'incidente -per fortuna senza conseguenze gravi- che ha, a questo punto, generato paura e inquietudine. Il signor Zuddas infatti, dopo aver eseguito il secondo lancio, si concedeva un attimo di relax, gustandosi una rinfrescante malvasia, quando è stato colpito in testa dal sasso lanciato poco prima dal signor Garau, ultimo tiratore della seconda fase. Un malfunzionamento dello strumento apposito (o una inspiegabile distrazione dell'arbitro addetto a tale controllo?) ha fatto sì che la pietra in caduta libera procedesse senza monitoraggio. Grazie al solido casco, il Zuddas non ha risentito del colpo (nonostante l'impatto abbia mandato in briciole il sasso). Anzi, l'atletico pietrista è apparso dopo l'urto quasi ricaricato e più effervescente che mai. In effetti, nella terza prova, in cui si misura la velocità con direzione di partenza libera e rincorsa a piacere, il signor Zuddas ha compiuto l'impresa definitiva e dal sapore mitologico. Ultimo nel lanciare la sua ultima pietra, dopo, nell'ordine, Cadeddu, Garau e Cossu, i quali hanno ottenuto risultati nella media, il nostro erculeo eroe, dopo una corsetta di mezza acciuga nella quale ha piroettato al tempo stesso con vigore e maestosità ha effettuato un lancio di tale energia da lasciare a bocca aperta tutti i presenti. La pietra, acquisita una velocità inaudita, si è persa nelle profondità dei mari lunari, uscendo ben presto dal raggio d'azione degli strumenti di rivelazione del microchip. Di fronte a tale straordinario fatto il trio arbitrale si è dovuto riunire per decidere come procedere, visto che il regolamento non contemplava un simile avvenimento. La consultazione non è stata facile poiché, mentre il signor Manias era propenso a dare la vittoria a tavolino al Zuddas -pur senza i risultati quantitativi misurati dagli strumenti- per l'evidente superiorità mostrata nella prova, il signor Sulis chiedeva di ripetere la prova, e l'addetto alla strumentazione, signor Pani, propendeva addirittura per la ripetizione di tutte e tre le prove. La discordanza tra le opinioni prolungava a oltranza il conciliabolo. Nel frattempo gli atleti discutevano amabilmente tra loro e con il gruppo di giornalisti e piloti riguardo alle meraviglie del panorama lunare e alle stranezze degli ultimi eventi. Improvvisamente il signor Aramu, del reparto televisivo, richiamava con forza l'attenzione di tutti: Un oggetto misterioso aveva sfiorato il suo capo sferzando velocissimo. Di cosa si era trattato? Dopo una disamina delle diverse possibilità, scartate le ipotesi più inverosimili, prima fra tutte quella della signora Oppo (la quale pur scrivendo per il "Notiziario di Scienza" non disdegna approcci alla realtà ben poco razionali) che insisteva sulla possibile natura extraterrestre dell'enigmatico proiettile, tutti concordavano sul fatto che non di altro si era trattato ma della pietra del signor Zuddas che, raggiunta dunque la velocità necessaria di 9 trisbocce, e avendo avuto la speciale fortuna di non incontrare ostacoli, era entrata in orbita. Ogni dubbio in proposito fu fugato, quando, dopo il tempo previsto di 1,81 ore l'oggetto ricompariva, sempre rapidissimo, avendo percorso un altro giro completo intorno alla Luna. Al ché fu pacifico per gli arbitri decretare all'unanimità il signor Zuddas campione mondiale (o non sarebbe ora il caso di dire planetario?) di Tiro della Pietra. Svolte le formalità indicate, il gruppo si è ritirato nella base di accoglienza, e si è predisposto per il rientro. Poco prima del decollo, La piccola lucertola "clandestina" che ha condiviso con gli umani questa esperienza fantastica ha manifestato il desiderio di rimanere sulla Luna. Nonostante il dispiacere della sign.na Murtas in primis, ma anche di tutti gli altri membri della compagnia ormai affezionatisi alla creaturina verde, è sembrato giusto rispettare la decisione dell'animale che probabilmente ha trovato tra quelle rocce che si espongono al sole con tanta libertà, il suo ambiente ideale. Il viaggio di ritorno del Melchiorre12 si è svolto in modo regolare e piacevole. Post Scriptum: immagino inevitabile un moto di disappunto da parte di tutti coloro che, ostinandosi ad usare nelle loro misurazioni il vecchio Sistema Internazionale, non hanno voluto o potuto apprezzare i risultati descritti nel presente resoconto. Poiché non è mia intenzione assecondare ulteriormente l'utilizzo di un protocollo obsoleto e deprecato da illustri scienziati e grandi esperti di Scienza della Misura lascio all'eventuale "bontà" di qualche premuroso lettore l'elencazione dei fattori di conversione tra bisbocce e metri al secondo, boccali, birroncini e kilogrammi, e via dicendo.

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